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Wu Ming è un collettivo di scrittori provenienti dalla sezione di Bologna degli artisti noti col nome Luther Blissett, che nel 1999 pubblicarono Q, per Einaudi. Ora denominatisi Wu Ming (“senza nome” oppure “cinque nomi”), il loro corpo è composto da cinque autori: Roberto Bui alias Wu Ming 1, Giovanni Cattabriga alias Wu Ming 2, Luca Di Meo alias Wu Ming 3, distaccatosi dal gruppo nel 2008, Federico Guglielmi alias Wu Ming 4 e Riccardo Pedrini alias Wu Ming 5. Hanno un programma letterario ben definito, che intende dar vita a una narrativa radicale, che sia in grado di creare storie complesse, in cui lo scrittore analizzi i personaggi e i contesti storici da diversi punti di vista. Criticano quella letteratura storica che ha utilizzato un approccio allegorico, uno sguardo metaforico e sempre non abbastanza ‘aderente’ alla realtà dei fatti. Alla scelta del nome Wu Ming si lega anche la loro particolare posizione in ordine al diritto d’autore: tutte le loro opere, dopo alcuni anni dalla pubblicazione, vengono proposte per il download integrale dal loro sito. La politica radicale si esprime anche nel rifiutare servizi fotografici, video e trasmissioni televisive. Nemmeno sul sito ufficiale del gruppo sono disponibili immagini dei loro volti, vogliono apparire soltanto di persona, in carne e ossa. Per Einaudi hanno firmato romanzi storici: 54, Manituana, Altai, L’Armata dei Sonnambuli e Proletkult; raccolte di racconti: Anatra all’arancia meccanica e L’invisibile ovunque; e saggi, oltre ai libri per bambini del ciclo di Cantalamappa, pubblicato da Electa. Ciascun membro di Wu Ming si è dedicato anche a opere “soliste”, fra cui Guerra agli Umani e Timira di Wu Ming 2, Stella del mattino di Wu Ming 4, New Thing, Point Lenana e Un viaggio che non promettiamo breve di Wu Ming 1.
Il 2 febbraio sarà ospite del Festival Wu Ming 2, ovvero Giovanni Cattabriga.