Arrivederci il 12 ottobre 2019 con la XII^edizione del Festival - Tutte le informazioni prossimamente su questo sito - Buona estate!  • Arrivederci il 12 ottobre 2019 con la XII^edizione del Festival - Tutte le informazioni prossimamente su questo sito - Buona estate!  •

Le sezioni

Cinema Italia

Cinema Italia è la proposta cinematografica nata in collaborazione con Cinema Conca Verde e arrivata ormai al suo terzo anno.

Le pellicole sono state selezionate dal direttore artistico della rassegna, nonché responsabile di Cinema Conca Verde Giuseppe Perico, aiutato dal critico cinematografico Pietro Bianchi, che scrive, fra le altre, sulla rivista on line Doppiozero e che sarà presente in diretta Skype alla fine di ogni proiezione per un commento dal vivo.

Se la letteratura nel momento dell’atto creativo procede per visioni, cioè per immagini, il cinema ha bisogno del testo scritto, la sceneggiatura, per essere girato. Le due arti sono intimamente connesse e il loro intento è simile se non identico: offrire uno sguardo sul mondo. Leggere e scrivere l’oggi è il focus di questo festival fin dall’inizio e la nostra speranza è di poter offrire anche attraverso il cinema una proposta culturale che fornisca spunti per riflettere, mentre si viene appagati dalla bellezza, su ciò che ci circonda.

Per questo sono stati scelti film girati da registi emergenti, oppure da registi più affermati ma che sono passati ingiustamente in secondo piano. Tutti hanno in comune un ingrediente originale oppure una scelta sperimentale, nel linguaggio innovativo o nei contenuti attuali, mentre altri ancora sono stati presi in considerazione perché provano a mescolare generi diversi. Mafia, abuso di potere e degrado sono stati affiancati a temi distanti come la maternità, il confine con la follia o il fantasy, perché avere una visione dei tempi moderni è contemplare diversi ambiti della vita.

Tutti gli eventi cominceranno alle 21.00 e saranno proiettati nelle sale del Cinema Conca Verde.

Montes

Si dice che la montagna sia diventata la nuova ossessione della letteratura italiana contemporanea. Dal canto nostro non pretendiamo di dare una risposta al quesito, ma nemmeno farlo passare inosservato. Lanciare una rassegna all’interno di Festival Presente Prossimo che parlasse di Terre Alte è stata prima solo un’idea che ci stuzzicava, poi un’occasione vera e propria grazie alla collaborazione con l’Associazione Gente di Montagna. Nata bergamasca ma espansa oggi anche sull’Appennino e oltralpe, l’Associazione ci ha aiutato ad approfondire lo sguardo verso una letteratura che riesca a mantenere alto il suo livello raccontando di paesaggi montani.

Complice un naturale decadimento della letteratura così definita “di genere”, si affacciano oggi sullo scenario italiano alcuni autori che sanno coinvolgere un pubblico trasversale, non più specialistico, attraverso i simboli e le sacralità che questi luoghi sanno evocare. Una letteratura, dunque, che entra a pieno titolo in una manifestazione come la nostra, che ha sempre avuto l’intenzione di presentare scrittori che sappiano leggere e scrivere l’oggi.

Raccontando le asprezze e le spigolosità di certi suoi abitanti e l’autenticità dei loro tratti, questi autori prediligono un linguaggio spoglio, privo di quella retorica della montagna ormai fuori tempo, per narrare paesaggi interiori ed esteriori che raccolgano le esperienze di ognuno. Passati stagnanti in luoghi comuni, dialetti e modi di dire si intrecciano con futuri cosmopoliti, creando nuove musicalità.

Dall’altro lato sappiamo che molti camminatori, della domenica o più assidui, amano mettere nei loro zaini un libro che li accompagni in vetta oppure una matita e un diario cui scrivere. Ecco allora che una proposta sulla montagna, dove peraltro hanno luogo molti eventi del Festival, diventa un vero e proprio crocevia di interessi e passioni condivise. La nostra, puramente letteraria, quella di Gente di Montagna, impegnata a fare rete. Entrambi custodi e testimoni del fatto che la cultura sia un antidoto a molti mali della società.

Alfabeto del Presente

Costruire un Alfabeto del Presente significa costellare il nostro immaginario di parole cariche di significato. Abbiamo scelto parole-chiave che racchiudono al loro interno grandi temi, che descrivono problematiche irrisolte, sofferenze non sanate del nostro presente. Dare senso ad alcune realtà attuali è spesso un’operazione difficile perché sopra di esse non c’è il timbro definitivo dello storico e nemmeno la benedizione di un visionario che ne prevedrà gli sviluppi.

Per questo sono chiamati a parlare alcuni interpreti eccellenti del nostro tempo, la cui produzione è per la maggior parte saggistica e la cui formazione è spesso giornalistica o comunque quella del critico. A organizzare la rassegna è Fabio Cleto, professore di Storia Culturale e di Letteratura Inglese all’Università degli Studi di Bergamo e direttore dell’ORA, Osservatorio sui Segni del Tempo.

Per narrare l’inafferrabilità del presente è stata scelta una lettera, la “C”, che fa da iniziale ad alcune parole/sfida che proponiamo all’interno del Festival, ciascuna discussa da un diverso autore. “C” come Crisi, l’infinita crisi che ci attraversa e di cui spesso non si conoscono gli strumenti per farvi fronte, “C” come Clandestino, sul cui tema si dilungano oggi i giornali e “C” come Caporetto, la grande sconfitta italiana di cui si è ricominciato a parlare da quando è ricorso il centenario l’anno scorso. E poi la “C” a indicare il colore, anzi due, il Bianco e il Nero, che useremo come metafora per raccontare la scrittura giornalistica come pure il significato più profondo dell’essere bianchi o neri, oggi.

Narrare il presente e i suoi spettri è un modo per dare vita allo spazio del presente che abitiamo, per rafforzare la nostra presenza nella comunità in cui viviamo attraverso una consapevolezza approfondita, che getti luce sulle zone d’ombra e infine per una partecipazione consapevole alla società. Ma è importante anche per tutti coloro che sono chiamati a raccontare questi tempi moderni nelle scuole ai propri studenti e più in generale in ogni contesto formativo.