La mostra
Il popolo del freddo - dal 9 febbraio a Clusone
Fotografare la natura è immergersi in un paesaggio incontaminato. Ricercare il silenzio, mentre si è ‘a tu per tu’ con l’animale da fotografare, quasi fosse una sfida fra pari in cui linguaggio e convenzioni non contano niente.
Fotografare è raccontare storie, perché ogni animale, dall’allocco finlandese, al cervo dei boschi, allo stambecco delle alpi, ne ha una, o forse più d’una, basta saperla immortalare.
Fotografare è rendere il viaggio di scoperta una dimora per le anime curiose. È questo che fa Andrea Zampatti con in spalla il suo obiettivo, bresciano classe ’85, un diploma in mano e alcuni premi importanti ottenuti, fra cui quello tedesco di Glanzlichter.
La mostra Il popolo del freddo ha come prerogativa quella di porre sullo stesso livello il lato artistico e quello naturalistico, campo in cui il coinvolgimento emotivo ed etico diventa fondamentale. Come fotografare un bue muschiato senza pensare alla salvaguardia della sua preziosità?
Perché anche il genere umano è parte integrante, oltre che osservatore, della fragile e affascinante biodiversità della natura.
Per tutti questi motivi non poteva mancare all’interno di un percorso dedicato alla montagna come quello della rassegna Montes un “narratore per immagini” come Andrea Zampatti.
La mostra verrà inaugurata sabato 9 Febbraio e verrà esposta nelle sale della Biblioteca di Clusone durante gli orari di apertura della Biblioteca. Sarà anche il pretesto per coloro che desidereranno rubare i trucchi del mestiere al professionista, che sarà presente in occasione di una delle puntate del laboratorio fotografico organizzato dal Circolo Fotografico Foto93 di Villa D’Ogna.