Autori

Edizione 2017

Alessandra Sarchi

Alessandra Sarchi è nata a Brescello (Reggio Emilia) e vive a Bologna. Ha studiato storia e critica d’arte alla Scuola Normale di Pisa e ha conseguito, nella stessa materia, un dottorato di ricerca a Ca’ Foscari, Venezia. Ha vissuto e lavorato in Francia e negli Stati Uniti. A Bologna è stata consulente presso il Museo Civico Medievale e la Fondazione Federico Zeri. Nel 2008 ha pubblicato la raccolta di racconti Segni sottili e clandestini, nel 2012 è uscito Violazione, il primo romanzo (Einaudi), finalista al premio Pozzale-Luigi Russo, al premio Benedetto Croce, al premio Anima, al Dedalus-Pordenonelegge e vincitore del premio Paolo Volponi Opera prima, in memoria di Stefano Tassinari. Nel 2014, sempre con Einaudi, è uscito il secondo romanzo, L’amore normale, vincitore della XIX edizione del premio internazionale “Scrivere per Amore”. Nel 2015 è uscito il libretto del reading musicale Sex & Disabled People (Papero Editore, Piacenza) scritto a quattro mani con Barbara Garlaschelli. A Febbraio 2017 è uscito il terzo romanzo: La notte ha la mia voce, sempre con Einaudi, che ha vinto il premio Opera italiana al Premio Letterario Internazionale Mondello 2017 e il premio Campiello selezione giuria dei Letterati. Ha scritto racconti pubblicati in diverse riviste e antologie collettive, fra cui Nell’occhio di chi guarda. Scrittori e registi di fronte all’immagine, a cura di C. Bertoni, M. Fusillo, G. Simonetti (Donzelli 2014); Watt 3,14 a cura di L. Luccone (Oblique 2013); Dylan Skyline. Dodici racconti per Bob Dylan, a cura di F. Tuena (Nutrimenti 2015). Traduce saggi e romanzi dall’inglese per Einaudi, Jaca Book, Skirà. Ha scritto sulle pagine di «Alias» (supplemento culturale «il manifesto») e di «Pagina99». Collabora con «La lettura» del «Corriere della Sera» e con «L’Espresso», con i blog «Doppiozero», «Le parole e le cose. Letteratura e realtà».

Foto: © l’Estroverso


Alessandro Zaccuri

Alessandro Zaccuri è laureato in lettere classiche. Lavora nella redazione culturale del quotidiano «Avvenire» e collabora ai periodici «Lo Straniero» e «Letture». Ha pubblicato i libri Citazioni pericolose: il cinema come critica letteraria (Fazi, 2000) e Il futuro a vapore: l’Ottocento in cui viviamo (Medusa, 2004) e il reportage narrativo Milano, la città di nessuno (L’Ancora del Mediterraneo, 2003), ispirato alla figura di Luciano Bianciardi. Tra il 2005 e il 2011 è stato autore e conduttore della trasmissione televisiva Il Grande Talk, in onda su SaT2000/Tv2000. Per qualche anno ha insegnato Informazione culturale presso l’Università Cattolica di Milano.

Con il romanzo Il signor figlio (Mondadori, 2007) è stato tra i finalisti del premio Campiello. Nel 2008 ha pubblicato il romanzo Infinita notte (Mondadori) e nel 2016 Lo spregio (Marsilio) per il quale ha vinto il Premio Comisso 2017. I suoi ultimi titoli sono Come non letto. 10 classici +1 che possono ancora cambiare il mondo (Ponte alle Grazie, 2017) e La sposa di Attila nella nuovissima collana “locale” Genius Loci dell’editore bergamasco Bolis.

foto: © Nicola De Rosa


Cristiano Cavina

Cristiano Cavina nasce in un piccolo paese dell’appennino faentino nel quale ambienterà quasi tutte le sue opere, sin dagli esordi con Alla grande, del 2003. Ha imparato a raccontare ascoltando gli anziani al bar. Scrive di cose che conosce bene: la sua infanzia, la sua storia di figlio senza padre e di padre fuori dagli schemi, la passione per il calcio, le avventure dei mille disparati mestieri fatti e di un’infinità di libri letti.
Tanti i suoi divertenti romanzi (quasi tutti per l’editore MarcosyMarcos) e sempre di grande successo: Nel paese di Tolintesàc, Un’ultima stagione da esordienti, Scavare una buca, I frutti dimenticati; Inutile tentare imprigionare sogni, La pizza per autodidatti, ma anche un saggio altrettanto ironico: Romagna mia (2012). Nel 2016 esce Pinna morsicata, pensato per ragazzi più giovani. Ultimo titolo in libreria è Fratelli nella notte (Feltrinelli, 2017).


Elena Stancanelli

Elena Stancanelli è laureata in lettere moderne e ha studiato a Roma l’Accademia d’Arte Drammatica. Ha pubblicato Benzina (1998) che ha vinto il Premio Giuseppe Berto e dal quale la regista Monica Stambrini ha tratto l’omonimo film del 2001. Altri suoi scritti sono Le attrici (2001), Il giorno del mio compleanno racconto contenuto nell’antologia Ragazze che dovresti conoscere (2004) e Un uomo giusto (2011). È fra gli autori di Figuracce (Einaudi Stile Libero 2014). Nel 2016 è uscito con La nave di Teseo La femmina nuda, candidato al Premio Strega 2016 e vincitore del Premio Vittoriano Esposito. Consistente inoltre la produzione di racconti, pubblicati su riviste e rotocalchi (Max, Amica, Gulliver, Tutte Storie, Cosmopolitan, Marie Claire) e su alcuni quotidiani nazionali («Il secolo XIX», «Corriere della Sera»). Collabora stabilmente con il quotidiano «la Repubblica» e scrive anche su «il manifesto» e «l’Unità». Ha partecipato all’album tributo ai Diaframma, Il Dono cantando la canzone Amsterdam. Vive a Roma.

Foto: © Chiara Pasqualini


Enrico Finzi

Enrico Finzi (Milano, 1946), ricercatore sociale e giornalista professionista, è presidente di AstraRicerche (istituto di indagini sociali e di marketing, scenari e consulenza). Ha insegnato in istituzioni universitarie, diretto istituti di ricerca (quali Fondazione Agnelli, InterMatrix, Demoskopea), e presieduto a lungo TP (l’Associazione Italiana Pubblicitari); è stato inoltre direttore marketing del Gruppo Rizzoli-Corriere della Sera, e collabora con Il Sole 24 Ore e l’Espresso. È autore di numerosi saggi e studi di sociologia, marketing e storia contemporanea, fra i quali Come siamo felici (Sperling & Kupfer, 2008), che è un’analisi della “Italian way to happiness”, La storia sociale dei consumi in Italia dal 1951 al 2011 (Edizioni Compass, 2011), e Felici malgrado (edizioni ecomunicare, 2012). In La vita è piena di trucchi (Bompiani, 2014) narra in chiave autobiografica l’Italia dal secondo dopoguerra ai primi anni settanta.


Enrico Menduni

Enrico Menduni (Firenze, 1948), saggista e giornalista professionista, fra i maggiori esperti italiani di cinema, televisione e media, insegna Storia e Critica della Fotografia, Televisione e Radio, Media digitali all’Università Roma Tre. È stato consigliere di amministrazione della RAI dal 1986 al 1993. Ha tenuto lezioni e conferenze in università europee, americane e australiane. Ha scritto numerosi volumi saggi di media, comunicazione, cultura, storia sociale e costume, fra i quali si ricordano L’Autostrada del Sole (il Mulino, 1999), Il mondo della radio. Dal transistor a Internet (il Mulino, 2001, 2012), Televisione e società italiana, 1975-2000 (Bompiani, 2002), I linguaggi della radio e della televisione (il Mulino, 2002), La fotografia (il Mulino, 2008), Fine delle trasmissioni? Da Pippo Baudo a YouTube (il Mulino, 2008), Televisioni (il Mulino, 2009), Social network. Facebook, Twitter, YouTube e gli altri: relazioni sociali, estetica, emozioni (Mondadori, 2009), Entertainment. Spettacoli, centri commerciali, talk show, parchi a tema, social network (il Mulino, 2013), Televisione e radio nel XXI secolo (Laterza, 2016) e Andare per stazioni e treni (il Mulino, 2016). Scrive per la radio e la televisione e collabora a documentari e film.


Eva Cantarella

Eva Cantarella è storica dell’antichità e del diritto antico. Già professore ordinario di Istituzioni di Diritto romano e Diritto greco antico all’Università Statale di Milano, ha insegnato in molte università italiane e straniere (University of Texas di Austin e New York University). Tra i suoi campi di interesse: i rapporti tra antropologia e diritto, il diritto omerico, il diritto criminale, la storia delle donne e quella della sessualità. Autrice di molti libri e articoli tradotti in diverse lingue straniere, collabora da molti anni alle pagine culturali del «Corriere della Sera». E’ global visiting professor alla New York University Law School. Nel 2001 è stata nominata Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

Tra le sue opere: Norma e sanzione in Omero. Contributo alla protostoria del diritto greco (Giuffré 1979), Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico (Editori Riuniti 1987, BUR 2006), I supplizi capitali. Origine e funzioni delle pene di morte in Grecia e a Roma (Feltrinelli 1991, 2005), Il ritorno della vendetta. Pena di morte: giustizia o assassinio? (BUR 2007), I comandamenti. Non commettere adulterio (con Paolo Ricca; Il Mulino 2010), “Sopporta, cuore…”. La scelta di Ulisse (Laterza 2010). Con Feltrinelli ha pubblicato numerosi saggi, alcuni di grande divulgazione: Passato prossimo. Donne romane da Tacita a Sulpicia (1996), Itaca. Eroi, donne, potere tra vendetta e diritto (2002, premi Bagutta e Fort Village), L’amore è un dio. Il sesso e la polis (2007, premio Città di Padova per la saggistica), Dammi mille baci. Veri uomini e vere donne nell’antica Roma (2009), L’ambiguo malanno. Condizione e immagine della donna nell’antichità greca e romana (2010), Pompei è viva (con Luciana Jacobelli; 2013), Perfino Catone scriveva ricette. I greci, i romani e noi (2014), Non sei più mio padre. Il conflitto tra genitori e figli nel mondo antico (2015), L’importante è vincere. Da Olimpia a Rio de Janeiro (con Ettore Miraglia; 2016), fino al recente Come uccidere il padre. Genitori e figli da roma a oggi (Feltrinelli, 2017).


Ferdinando Fasce

Ferdinando Fasce (Genova, 1952), già professore ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Genova, si occupa di storia del lavoro, delle migrazioni, della cultura d’impresa e della pubblicità e delle PR negli Stati Uniti e in Italia nel Novecento. Ha vinto l’Organization of American Historians Foreign-Language Book Prize per il miglior libro di storia americana in lingua straniera, e ha tenuto numerose conferenze negli Stati Uniti. È autore fra l’altro di Una famiglia a stelle e strisce (il Mulino, 1993, apparso in inglese per Ohio State University Press nel 2002); Da George Washington a Bill Clinton (Carocci, 2000), La democrazia degli affari. Comunicazione aziendale e discorso pubblico negli Stati Uniti, 1900-1940 (Carocci, 2000); I presidenti Usa. Due secoli di storia (Carocci, 2008); Dal petrolio all’energia (con P. Rugafiori, Laterza, 2008); Le anime del commercio. Pubblicità e consumi nel secolo americano (Carocci, 2012) e con Elisabetta Bini e Bianca Gaudenzi, Comprare per credere. La pubblicità in Italia dalla Belle Époque a oggi (Carocci, 2016).


Franco Arminio

Franco Arminio è nato e vive a Bisaccia, centro dell’Irpinia orientale in provincia di Avellino. Collabora con diverse testate locali e nazionali come «il manifesto», «Il Mattino» di Napoli, «Ottopagine», «Corriere del Mezzogiorno»”, ed è animatore del blog Comunità Provvisoria. Paesologo, Arminio racconta i piccoli paesi d’Italia, e ha realizzato anche vari documentari. Nel 2009, con Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia (Laterza) ha vinto il Premio Stephen Dedalus per la sezione “Altre scritture”. Nel luglio 2011, con Cartoline dai morti (Nottetempo) ha vinto per la seconda volta il Premio Stephen Dedalus per la sezione “Altre scritture”. Con Terracarne edito da Mondadori nel 2011, ha vinto il premio Carlo Levi e il premio Volponi. Altri suoi libri: Viaggio nel cratere (Sironi, 2003), Circo dell’Ipocondria (Le Lettere, 2006), Poeta con famiglia (Edizioni d’If, 2009), Nevica e ho le prove. Cronache dal paese della cicuta (Laterza, 2009), Oratorio bizantino (Ediesse, 2011, prefazione di Franco Cassano), Geografia commossa dell’Italia interna (Bruno Mondadori, 2013), La punta del cuore, una raccolta di poesie dedicate alla madre (Mephite, 2013) e Nuove cartoline dai morti (Pellegrini, 2016). Grande successo ha riscosso il suo ultimo libro Cedi la strada agli alberiPoesie d’amore e di terra, Chiarelettere, 2017.


Gian Piero Piretto

Gian Piero Piretto (Torino, 1952) è docente di Cultura russa e Metodologia della cultura visuale presso l’Università statale di Milano. Ha pubblicato numerosi saggi – densissimi di apparati iconografici e musicali – di storia della cultura sovietica, poetica della città, estetica del quotidiano, mitologia e iconologia del totalitarismo, fra i quali Derelitti, bohemiens e malaffari. Il mito povero di Pietroburgo (Lubrina, 1989), 1961. Il Sessantotto a Mosca (Moretti & Vitali, 1998), Il radioso avvenire. Mitologie culturali sovietiche (Einaudi, 2001), Gli occhi di Stalin. La cultura visuale sovietica nell’era staliniana (Raffaello Cortina, 2010), La vita privata degli oggetti sovietici. 25 storie da un altro mondo (Sironi, 2012), la curatela Memorie di pietra. I monumenti delle dittature (Raffaelo Cortina, 2014) e Indirizzo: Unione Sovietica (Sironi, 2015).


Giorgio Montefoschi

Giorgio Montefoschi laureato in Lettere con una tesi su Menzogna e sortilegio di Elsa Morante è giornalista, traduttore, critico letterario e autore di numerosi romanzi.

Nel 1974 ha esordito con il suo primo romanzo Ginevra (Rizzoli). I suoi scritti sono spesso ambientati per le strade romane e tra la borghesia capitolina.

Tra i suoi libri ricordiamo: La casa del padre (Bompiani, 1994) vincitore del Premio Strega 1994, Il segreto dell’estrema felicità (2001), La sposa (2003), vincitore del Premio Mondello 2004, Lo sguardo del cacciatore (2003), L’idea di perderti (2006), Le due ragazze con gli occhi verdi (2009), Eva (2011), pubblicati da Rizzoli. Del 2014 La fragile bellezza del giorno (Bompiani) e del 2016 Il buio dell’India (Guanda). Nel 2017 per Mondadori è uscito Il corpo.

Ha collaborato con il «Corriere della Sera» e con il programma tv della Rai «Mixer cultura».


Giulio Cavalli

Giulio Cavalli (Milano, 1977) è un attore, scrittore, regista e politico italiano. Dopo aver fondato a Lodi la compagnia Bottega dei Mestieri Teatrali, firmando il testo e la regia di spettacoli “locali”, sale alla ribalta con lo spettacolo Kabum!…come un paio di impossibilità nel 2006, spettacolo teatrale sulla Resistenza italiana con la direzione artistica di Paolo Rossi. Lo stesso anno produce anche (Re) Carlo (non) torna dalla battaglia di Poitiers, spettacolo sulla vicenda del G8 a Genova nel 2001 e sulla morte di Carlo Giuliani, e Linate 8 ottobre 2001: la strage, scritto insieme al giornalista Fabrizio Tummolillo, monologo sull’incidente aereo costato la vita a 118 persone, debuttato nel dicembre 2006 al Piccolo Teatro di Milano. Prosegue nella sua denuncia delle collusioni e infiltrazioni mafiose con RadioMafiopoli e altri spettacoli. Il 4 gennaio del 2010 gli viene assegnato il Premio Giovani Giuseppe Fava. Nell’ottobre 2010 esce il suo primo libro Nomi, cognomi e infami per la collana Verdenero di Edizioni Ambiente. Nel 2011 in collaborazione con il regista Renato Sarti scrive e interpreta L’innocenza di Giulio, spettacolo sul processo al senatore Giulio Andreotti per i suoi rapporti con la mafia, spettacolo da cui nel 2012 è tratto il libro L’innocenza di Giulio: Andreotti e la mafia (Chiarelettere, 2012) Nel 2014 escono  Bambini a dondolo (favole nere sul turismo sessuale su minori) e Corro perché scivolo (Racconto su Dorando Pietri),  nel 2015 Mio padre in una scatola da scarpe (Rizzoli) e nel 2017 Santamamma  (Fandango).


Guido Crainz

Guido Crainz (Udine 1947), già professore ordinario all’Università di Teramo, commentatore del quotidiano la Repubblica e consulente di RaiStoria, è fra i principali studiosi di storia italiana contemporanea. Nelle sue ricerche ha tracciato nitidamente la trasformazione della vita sociale, culturale e politica della Repubblica dal dopoguerra a oggi. Fra i suoi numerosi studi, i volumi Storia del miracolo italiano (Donzelli, 1997, 2007); Il paese mancato. Dal miracolo economico agli anni ottanta (Donzelli, 2003, 2011); Il dolore e l’esilio. L’Istria e le memorie divise d’Europa (Donzelli, 2005); L’ombra della guerra. Il 1945, l’Italia (Donzelli, 2007); Autobiografia di una repubblica (Donzelli, 2009); Il paese reale. Dall’assassinio di Moro alla stagione di Berlusconi (Donzelli, 2012); Diario di un naufragio. Italia 2003-2013 (Donzelli, 2013); Storia della Repubblica. L’Italia dal 1945 ad oggi (Donzelli, 2016). Ha fondato e dirige l’Archivio audiovisivo della memoria abruzzese.


Luca Scarlini

Luca Scarlini (Firenze, 1966), scrittore, saggista, traduttore, drammaturgo per teatri e musica, performance artist, insegna tecniche narrative presso la Scuola Holden di Torino e ha collaborato con numerose istituzioni teatrali italiane ed europee. È stato consulente artistico del festival MilanOltre al Teatro dell’Elfo di Milano, direttore artistico di TTv a Bologna, coordinatore di Capitale Mondiale del Libro a Torino presso lo spazio Atrium. Voce di RadioTre, conduce il programma Museo Nazionale, ha curato mostre sulla relazione tra arte, musica, teatro e moda. Tra i suoi libri recenti, Lustrini per il regno dei cieli (Bollati Boringhieri 2008), Sacre sfilate (Guanda 2010), dedicato alla moda in Vaticano, Un paese in ginocchio (Guanda 2011), La sindrome di Michael Jackson (Bompiani 2012), Andy Warhol superstar (Johan & Levi 2012), Siviero contro Hitler (Skira 2014), Memorie di un’opera d’arte. La marchesa Casati (Skira 2014), Ermafroditi. Chimere e prodigi del corpo tra storia, cultura e mito (Carocci 2015), Ziggy Stardust. La vera natura dei sogni (ADD editore, 2016) e Bianco tenebra. Giacomo Serpotta, il giorno e la notte (Sellerio, 2017).


Luigi Manconi

Luigi Manconi (Sassari 1948), uomo politico, sociologo e giornalista, già portavoce dei Verdi fra 1996 e 1999, è senatore della Repubblica dal 1994 e dal 2013 presiede la commissione Diritti umani del Senato. Presiede inoltre l’associazione “A buon diritto”, e insegna Sociologia dei fenomeni politici presso l’Università IULM di Milano. Ha collaborato con varie testate tra cui Il Messaggero, Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, L’Unità, Il Foglio. Ha diretto le riviste Antigone e Ombre rosse. Ha scritto numerosissimi volumi di analisi sociale, culturale e politica, fra i quali La violenza e la politica (Savelli, 1979), Vivere con il terrorismo (Mondadori, 1980), Solidarietà, egoismo (Il Mulino, 1990), Legalizzare la droga (Feltrinelli, 1991), Razzismi (Feltrinelli, 1993), Dignità nel morire (Guerini, 2003, con Roberta Dameno), Il dolore e la politica (Mondadori, 2007, con Andrea Boraschi), Un’anima per il Pd (Nutrimenti, 2009), Quando hanno aperto la cella. Stefano Cucchi e gli altri (Il Saggiatore, 2010, con Valentina Calderone), Accogliamoli tutti. Una ragionevole proposta per salvare l’Italia, gli italiani e gli immigrati (Il Saggiatore, 2013, con Valentina Brinis), La pena e i diritti. Il carcere nella crisi italiana (Carocci, 2015, con Giovanni Torrente). All’impegno politico e sociale associa un interesse per la tradizione musicale italiana, di cui sono esito lavori come La musica è leggera. Racconto di mezzo secolo di canzoni (Il Saggiatore, 2012, con Valentina Brinis). Il suo lavoro più recente è Non sono razzista, ma. La xenofobia degli italiani e gli imprenditori politici della paura (Feltrinelli 2017, con Federica Resta).


Marco Baliani

Marco Baliani (Verbania, 1950) è attore, autore e regista. Con lo spettacolo Kohlhaas del 1989, attraverso un originale percorso di ricerca, dà vita al teatro di narrazione  che segna la scena teatrale italiana. Figura eclettica e complessa del teatro italiano contemporaneo, ha sperimentato drammaturgie corali creando spettacoli-evento per molti attori, come Come gocce di una fiumana (premio IDI per la regia), o Antigone delle città, spettacolo di impegno civile sulla strage di Bologna del 2 agosto, o ancora dirigendo progetti come I Porti del Mediterraneo con attori provenienti da diversi paesi dell’area mediterranea. Per il cinema è stato diretto da registi quali Francesca Archibugi, Roberto Andò, Saverio Costanzo, Cristina Comencini e Mario Martone. Come scrittore ha pubblicato romanzi, racconti e saggi tra cui Ho cavalcato in groppa ad una sedia (Titivillus edizioni) e per la Rizzoli Corpo di stato, Pinocchio Nero, L’Amore Buono, Nel Regno di Acilia, La metà di Sophia, e L’occasione. Tra i lavori più recenti, la regia e la scrittura del testo per lo spettacolo Decamerone. Vizi virtù passioni e Giocando con Orlando (anche interprete) con Stefano Accorsi.  Come attore e autore, insieme a Maria Maglietta, ha realizzato lo spettacolo Identità.

Ha firmato come autore librettista e regista le opere liriche contemporanee Il sogno di una cosa e Corpi eretici, su musiche di Mauro Montalbetti. Nel 2015, nella ricorrenza del centenario del primo conflitto mondiale, è protagonista dello spettacolo Trincea, per cui ha vinto il premio Enriquez come migliore interpretazione. Nel 2016 è regista e autore, con Lella Costa, dello spettacolo Human. Nel 2017 per l’editore Laterza esce Ogni volta che si racconta una storia.


Marco Olmo

Marco Olmo (Alba, 1948) è un ultramaratoneta italiano. Dopo aver fatto il boscaiolo, il camionista e l’operaio, a quasi cinquant’anni ha iniziato ad affrontare competizioni estreme, come la Marathon des Sables, 230 km in autosufficienza alimentare nel deserto marocchino, il Tible Raid in Martinica o la Badwater Ultramarathon nel deserto della Valle della Morte, in California. A quasi sessant’anni ha trionfato in competizioni come l’Ultra Trail del Monte Bianco, 160 chilometri di alta montagna da coprire in venti ore senza sosta. La sua straordinaria esperienza e la sua filosofia di vita vengono raccontate nel film documentario Il Corridore – The Runner (diretto da Paolo Casalis e Stefano Scarafia, 2009), e nei volumi Correre è un po’ come volare. Conversazioni con Marco Olmo (a cura di Franco Faggiani, 2009), Il corridore – Storia di una vita riscattata dallo sport (con Gaia De Pascale, Ponte alle Grazie, 2012) e Il miglior tempo. Esercizio, alimentazione e stile di vita per essere sani e attivi a tutte le età (con Andrea Ligabue, Mondadori, 2016).


Marino Niola

Marino Niola (Napoli, 1943), antropologo, giornalista e divulgatore scientifico, insegna Antropologia dei simboli, Antropologia delle arti e della performance, Miti e riti della gastronomia contemporanea all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove coordina il master in Comunicazione multimediale dell’enogastronomia e dove dirige il laboratorio MedEatResearch. Collabora con RadioRai, con Repubblica e il Venerdì di Repubblica, per cui cura una rubrica, Miti d’oggi. Nelle sue ricerche ha indagato il rapporto tra tradizione e mutamento culturale nelle società contemporanee, la persistenza del mito, le forme simboliche e le nuove mitologie della civiltà tecnologica. Fra i suoi numerosi volumi, Sui palchi delle stelle. La città il sacro la scena (Meltemi, 1995), Totem e Ragù. Divagazioni napoletane (Pironti, 2003), I santi patroni (il Mulino, 2007), Si fa presto a dire cotto. Un antropologo in cucina (Il Mulino, 2009), Miti d’oggi (Bompiani, 2012), Hashtag. Cronache da un paese connesso (Bmpiani 2014), Homo Dieteticus. Viaggio nelle tribù alimentari (Il Mulino, 2015), Il presente in poche parole (Bompiani, 2016) e Andare per i luoghi della Dieta Mediterranea (con Elisabetta Moro, il Mulino 2017).


Matteo Caccia

Matteo Caccia (Novara, 1975) è un attore teatrale e conduttore radiofonico italiano. Diplomato all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, nel 2005 comincia a scrivere per il teatro e il suo primo testo Hotelofficina è finalista del premio Riccioneteatro. Nel 2006 debutta con lo spettacolo, da lui scritto ed interpretato, “La maglia nera” che narra la storia di Luigi Malabrocca.

Parallelamente all’attività teatrale, inizia a lavorare come inviato e conduttore radiofonico prima a Radio Popolare e poi a Radio2. L’8 settembre 2008, comincia Amnèsia trasmessa da Radio2, programma  a puntate in cui  Matteo racconta di come è stato colpito da un’amnesia retrograda globale.  Nel 2010 su Radio 24 inizia la trasmissione di fiction Vendo tutto e contemporaneamente conduce il romanzo radiofonico a puntate Io sono qui su sempre su Radio 24. Nel 2011 in trio con Tiziano Bonini e Stefano D’Andrea dà vita alla trasmissione Voi Siete Qui, un programma di storytelling basato sulle storie degli ascoltatori. Nel 2012 esce Il nostro fuoco è l’unica luce (Mondadori).

Nel 2015 torna a Radio2 con Una vita. Nel 2016 conduce su Rai2 Pascal in cui, attraverso la lettura di piccoli episodi di vita vissuta, trasmette le emozioni dei protagonisti e rende straordinarie le vite comuni degli ascoltatori – scrittori che ad essa partecipano. Nel 2017 per Einaudi esce Il silenzio coprì le sue tracce.


Michela Marzano

Michela Marzano (Roma, 1970), filosofa, saggista, scrittrice, è professore ordinario all’Université Paris Descartes (SHS Sorbonne), dove dirige il Dipartimento di Scienze sociali. È autrice di numerosi saggi e articoli di filosofia morale e politica. In Italia ha pubblicato, tra gli altri, Straniero nel corpo. La passione e gli intrighi della ragione (Giuffré, 2004), Estensione del dominio della manipolazione (Mondadori, 2009), Sii bella e stai zitta (Mondadori, 2010), Volevo essere una farfalla (Mondadori, 2011), Avere fiducia (Mondadori, 2012), Gli assassini del pensiero (Erickson, 2012), La fine del desiderio (Mondadori, 2012), L’amore è tutto (UTET, 2013, vincitore del Premio Bancarella 2014), Il diritto di essere io (Laterza, 2014), Non seguire il mondo come va (UTET, 2015, con Giovanna Casadio) e Papà, mamma e gender (UTET, 2015). Dirige una collana di saggi filosofici per le Edizioni PUF e collabora con Repubblica e Vanity Fair. Attualmente è deputato del Parlamento italiano. Nel 2017 ha fatto il proprio esordio narrativo con L’amore che mi resta (Einaudi).


Nadia Terranova

Nadia Terranova è nata a Messina, è laureata in filosofia, dottorata in storia moderna e vive a Roma. Collabora con diverse testate tra cui «IL – Idee e Lifestyle del Sole 24 ore», «Internazionale» e «il Foglio». È docente alla Scuola del libro di Roma. Ha pubblicato libri per ragazzi tra cui Bruno il bambino che imparò a volare (Orecchio acerbo, 2012, illustrazioni di Ofra Amit, premio Napoli, premio Laura Orvieto), dedicato alla vita dello scrittore ebreo polacco Bruno Schulz, e Le nuvole per terra (Einaudi Ragazzi, 2015), un racconto di formazione sentimentale per preadolescenti e genitori. Ha esordito nel romanzo nel 2015 con Gli anni al contrario, storia d’amore di due ragazzi tra il 1977 e il 1989, che ha vinto i premi Bagutta Opera Prima, Brancati, Fiesole, Grotte della Gurfa, definito da Roberto Saviano “Un racconto senza fondo, che stringe la schizofrenica storia italiana al pulsare dei sentimenti. Un racconto che mi ha legato a sé”.

Collabora con diverse riviste. È tradotta in Francia, Spagna, Messico, Polonia e Lituania.

Foto: © Daniela Zedda


Paolo Mottana

Paolo Mottana è professore ordinario di filosofia dell’educazione all’Università di Milano Bicocca, dove dirige un master su “Culture simboliche per le professioni dell’arte, dell’educazione e della cura”, ha fondato il Gruppo di ricerca immaginale e presiede l’Associazione Istituto di Ricerche Immaginali e Simboliche (IRIS). Da anni si occupa dei rapporti tra immaginario, filosofia ed educazione, e promuove una pratica “controeducativa” in conflitto con il disciplinamento diffuso dalle agenzie di formazione istituzionali. Tra le sue pubblicazioni: Miti d’oggi nell’educazione (Angeli 2000); L’opera dello sguardo (Moretti e Vitali, 2002); Antipedagogie del piacere. Sade e Fourier e altri erotismi (Angeli, 2008); L’arte che non muore. L’immaginale contemporaneo (Mimesis, 2010); Eros, Dioniso e altri bambini. Scorribande pedagogiche (Angeli, 2010); Piccolo manuale di controeducazione (Mimesis, 2012); Caro insegnante (Angeli, 2013); Spacco tutto. Violenza e educazione (a cura di, Mimesis, 2013); Cattivi maestri. La controeducazione di René Schérer, Raoul Vaneigem, Hakim Bey (Castelvecchi, Roma, 2014); La gaia educazione (Mimesis, 2015), L’ipergesto. Disseminare utopia (Asterios, 2017), Educazione diffusa. Per salvare il mondo e i bambini (con Luigi Gallo, Dissensi, 2017) e, con Giuseppe Campagnoli, La città educante. Manifesto della educazione diffusa. Come oltrepassare la scuola (Asterios, 2017).


Paolo Rumiz

Paolo Rumiz è scrittore e giornalista triestino, inviato speciale del «Piccolo» di Trieste ed editorialista del quotidiano «la Repubblica».

Esperto del tema delle Heimat e delle identità in Italia e in Europa, nel 1986 ha seguito gli eventi dell’area balcanico-danubiana e, durante la dissoluzione della Jugoslavia, ha seguito in prima linea il conflitto in Croazia e in Bosnia Erzegovina. Nel 2001, prima da Islamabad e poi da Kabul, ha seguito l’attacco statunitense all’Afghanistan.

Nel 1993 ha vinto il premio Hemingway per i suoi servizi dalla Bosnia e nel 1994 il premio Max David come migliore inviato italiano dell’anno. Molti suoi reportage narrano i viaggi compiuti, sia per lavoro sia per diletto, attraverso l’Italia e l’Europa.

Tra i suoi libri ricordiamo Danubio. Storie di una nuova Europa (1990), Vento di terra (1994), Maschere per un massacro (1996), La linea dei mirtilli (1993), La secessione leggera (2001), È Oriente (2003), Gerusalemme perduta (2005), La leggenda dei monti naviganti (2007), Annibale. Un viaggio (2008), L’italia in seconda classe, con i disegni di Altan e una Premessa del misterioso 740 (2009), La cotogna di Istanbul (2010), Il bene ostinato (2011), A piedi (2012), Trans Europa Express (2012), Morimondo (2013), Maledetta Cina (2012) e Il cappottone di Antonio Pitacco (2012). Del 2014 è Come cavalli che dormono in piedi; del 2015 Il ciclope e del 2016 Appia e Dal libro dell’esodo (con Cécile Kyenge). Quasi tutti i suoi libri sono pubblicati in Italia da Feltrinelli.

Da qualche anno compie un viaggio estivo, in agosto, raccontandolo di giorno in giorno su «la Repubblica». Da molti suoi viaggi sono stati realizzati film e documentari.


Silvia Ballestra

Silvia Ballestra è laureata in Lingue e Letterature straniere, ha collaborato a lungo con il quotidiano «l’Unità» e scrive per diverse riviste e giornali.

Ha esordito nel 1990 nell’antologia Papergang – Under 25 vol. 3, a cura di Pier Vittorio Tondelli, ed è autrice di vari romanzi, raccolte di racconti, saggi e traduzioni pubblicati a partire dal suo libro d’esordio Compleanno dell’iguana (1991), salutato da un vasto successo e tradotto in varie lingue. Vi compariva per la prima volta il personaggio di Antò Lo Purk, un ragazzo abruzzese che non riesce a sopportare l’angustia di Pescara e si trasferisce prima a Bologna poi a Berlino, per scoprire ovunque la stessa frustrazione. Segue La guerra degli Antò (1992), poi la raccolta di racconti Gli orsi (1994), il libro-conversazione con la scrittrice Joyce Lussu Joyce L. Una vita contro e, a partire dal 1998, la cosiddetta «trilogia di Nina» (La giovinezza della signorina N.N., 1998; Nina, 2001; Il compagno di mezzanotte, 2002). Nel 2014 è uscito per Mondadori il romanzo Amiche mie.  Dai due primi libri Riccardo Milani ha tratto il film La guerra degli Antò (1999).

Ha tradotto autori francesi e statunitensi e molti suoi libri sono stati tradotti in varie lingue. Vive e lavora a Milano.

Foto: © Chiara Cadeddu


Stefania Bertola

Stefania Bertola è nata a Torino. È traduttrice, sceneggiatrice e autrice radiofonica e di numerosi libri. I suoi romanzi coniugando ironia, sentimento e senso del surreale hanno scalato le classifiche dei best seller in Italia. Ha esordito con Luna di Luxor (Longanesi, 1989). I suoi romanzi, spesso ambientati a Torino, coniugano sentimento, umorismo e senso del surreale con risultati che possono ricordare la letteratura anglosassone chick-lit per il tono leggero e divertente, anche se i temi si discostano decisamente dai canoni di quel genere. Altri suoi romanzi sono: Se mi lasci fa male (Sperling & Kupfer, 1997; riedito nel 2007 da Salani e nel 2009 da Tea), Ne parliamo a cena (Salani, 1999), A neve ferma (Salani, 2002), Aspirapolvere di stelle (Salani, 2002), Biscotti e sospetti (Salani, 2004), La soavissima discordia dell’amore (Salani, 2009), Il primo miracolo di George Harrison (Einaudi, 2010), Romanzo rosa (Einaudi, 2012), Ragazze mancine (Einaudi, 2013). Feltrinelli ha pubblicato Solo Flora (2016), il suo primo libro per ragazzi e Vampiri contro Amet (2016). Nel 2017 ha pubblicato Ragione & Sentimento (Einaudi).


Stefano Laffi

Stefano Laffi (Milano, 1965) è ricercatore sociale presso l’agenzia di ricerca Codici (Milano). Ha collaborato con la Rai, Radio Popolare, oggi con le riviste Lo Straniero e Gli asini. Si occupa di mutamento sociale, culture giovanili, processi di emarginazione, consumi e dipendenze. Ha scritto, fra l’altro, Il furto. Mercificazione dell’età giovanile (L’Ancora del Mediterraneo, 2000) e La congiura contro i giovani. Crisi degli adulti e riscatto delle nuove generazioni (Feltrinelli, 2014). Ha curato Le pratiche dell’inchiesta sociale (Edizioni dell’Asino, 2009), Crescere nonostante. Un romanzo di formazione (Edizioni dell’Asino, 2015), e Quello che dovete sapere di me. I ragazzi parlano (Feltrinelli, 2016).


Tahar Ben Jelloun

Tahar Ben Jelloun è uno scrittore marocchino di religione islamica. In Italia ha pubblicato molti volumi tra saggi, opere di narrativa e poemi. Ha trascorso la sua adolescenza a Tangeri e ha compiuto gli studi di filosofia a Rabat. Ha insegnato in un liceo a Tétouan e a Casablanca ed è stato collaboratore del magazine «Souffles». Suoi articoli in Italia appaiono di frequente su «la Repubblica»; ha collaborato anche con il «Corriere della Sera», «Panorama», «L’Espresso». Scrive inoltre per «Le Monde».  Per il profondo messaggio del libro Il razzismo spiegato a mia figlia (Bompiani 1998) gli è stato conferito dal segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan, il Global Tolerance Award.

Ha conseguito lauree honoris causa e premi in tutto il mondo, tra i quali il Premio Flaiano (1996), e il Premio Remarque (2011). Con il Premio Goncourt assegnatogli per La Nuit sacrée nel 1987, diventa lo scrittore francofono più conosciuto in Francia. Nel 2009 ha presieduto il Festival del Cinema di Roma. Numerosi i suoi romanzi pubblicati in Italia Amori stregati (Premio letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa), La rivoluzione dei gelsomini. Il risveglio della dignità araba. E ancora Notte fatale, Creature di sabbia, Lo scrivano, Giorno di silenzio a Tangeri, Le pareti della solitudine, Dove lo Stato non c’è. Racconti italiani (con Egi Volterrani), A occhi bassi, L’amicizia, Lo specchio delle falene, Il libro del buio, L’hamman, L’amicizia e l’ombra del tradimento, Mia madre, la mia bambina, L’ha ucciso lei, il volume di poesie Stelle velate, Marocco, romanzo. Per Bompiani esce nel 2015 È questo l’Islam che fa paura e per La nave di Teseo Il Matrimonio di piacere (2016).

Dal 1971 vive a Parigi.

Foto: © GettyImages


Valerio Massimo Manfredi

Valerio Massimo Manfredi, archeologo e scrittore italiano, ha condotto una intensa carriera accademica presso diverse università italiane ed estere. Numerose e prestigiose le sue partecipazioni a campagne di scavo. Saggista, giornalista, sceneggiatore e brillante divulgatore, si è affermato come scrittore di grande successo internazionale con la trilogia Aléxandros, da cui è stato tratto un film. Tra i suoi saggi: La strada dei Diecimila (1986), Le isole fortunate (1990); con Luigi Malnati Gli Etruschi in Val Padana (1991); con Lorenzo Braccesi Mare greco (1992) e I greci d’Occidente (1996); con Vencenslav Kruta I celti d’Italia (1999). Tra le opere di narrativa: Palladion, Lo scudo di Talos, L’oracolo, Le paludi di Hesperia, La torre della solitudine, Il faraone delle sabbie, Chimaira, Il tiranno (2003), L’impero dei draghi (2005), L’ultima legione (2007), Idi di marzo (2008), Otel Bruni (2011), la serie Il mio nome è Nessuno (2012-2014). Per ragazzi ha pubblicato Il romanzo di Alessandro (2005) e Il romanzo di Odisseo (2014). Conduce programmi culturali televisivi in Italia e all’estero, collabora con “Il Messaggero” e “Panorama”.